Il nostro universo è nato da un mirabile evento cosmico, una esplosione senza pari. Il Big Bang. La realtà come noi la conosciamo ha origine da qui, ma c'è dell'altro.
Sì, c'era un altro universo prima del nostro, un universo pieno di meraviglie, di avveniristiche tecnologie. E della miriade di mondi di cui era costellato, nessuno era scintillante come Taa. Taa, un pianeta che nessuno potrà più rivedere, dove concetti come la fame, la malattia e la vecchiaia erano stati messi da parte. Un vero e proprio paradiso, dunque, ma anche il paradiso ha le sue mele tentatrici.
"Galan è infine ritornato".
"Ora apprenderemo il destino del nostro pianeta".
Sarebbe bastato il suo volto a far intuire la risposta, ma qualcuno comunque disse:"Non parli".
"Non posso parlare" disse Galan "A cosa servono le parole in un momento come questo? Un tempo di terribile catastrofe. Le molecole, gli atomi del nostro universo, stanno cambiando: è come temevo, Taa e l'intero universo sono condannati!!".
La notizia gettò nello shock i suoi simili, mentre continuava. "Ho viaggiato fino agli angoli più remoti del cosmo, ma invano: il nostro mondo è l'ultimo ancora esistente".
"Allora prepariamoci all'inevitabile".
"La nostra razza deve morire, come si addice a Taa".
Ma quando Galan si ritirò nei suoi alloggi personali, qualcuno lo seguì. "Hai raccontato solo un mucchio di bugie, fratello".
"Vorrei che fosse così, Oort. Quanto lo vorrei, ma è la verità. Preparati alla fine".
Oort quasi gli si scagliò contro:"Mai, idiota, io sopravviverò. Sopravviverò a tutti, anche a te".
Nelle settimane successive, Galan potè solo osservare in modo impotente quanto gli rimandavano i suoi visi-schermi. "E' inutile. Nulla di ciò che vive può sfuggire alla Peste: la radiazione è insopportabiile. Ed ogni momento che passa porta la morte più vicina a Taa. Tutto ciò che possiamo fare è guardare e attendere, tuttavia in qualche modo la gloria e la grandezza di Taa devono continuare a vivere".
Galan si recò in una piazza, constatando che la gente già iniziava a morire per avvelenamento da radiazione: la Peste aveva raggiunto il suo mondo e non esisteva cura.
"Galan!" chiamò una voce preoccupata.
"Oort, pensi ancora che raccontassi delle bugie?".
"Galan, devi trovare un antidoto a questa catastrofe" disse Oort con voce rotta dal pianto "Tu sei il nostro migliore scienziato".
"Fratello, pensi che non ci abbia provato? Nemmeno le sfere-pensiero hanno protetto i nostri simili dal decadimento".
"No, scommetto che ci vuoi ingannare! Hai trovato una cura, ma la tieni solo per te!".
Prima che Galan potesse ribattere a questa accusa priva di fondamento, Oort era scomparso. E così, dei miliardi che avevano dimorato nella gloria, rimase solo uno sparuto gruppo. Ed una flebile speranza.
"Ce ne sono a sufficienza per formare un equipaggio" disse Galan "Dal momento che dobbiamo morire, che sia in volo. Andremo dove nessun uomo è mai giunto prima: il punto estremo dell'universo sarà la nostra pira funebre".
Una nave venne preparata e Galan non rimase stupito, poco prima di partire, di vedere suo fratello. Sperava fosse morto.
"Fammi venire con te, Galan" implorò "Non farmi morire nell'oblio".
Fu seriamente tentato di lasciarlo a terra, a marcire... ma era pur sempre suo fratello. E tese la mano:"Vieni con me".

Galan pensava di aver visto di tutto, negli ultimi tempi, ma lo spettacolo che gli si pose all’uscita del wormhole fu il più... il più... il meglio che potesse concepire, a dispetto della sua intrinseca drammaticità.
Al centro dell’universo, campeggiava ciò che sarebbe stato chiamato Uovo Cosmico, verso cui convergevano tutte le cose. La vista di un pianeta che si dissolveva tuffandosi in esso fu raccapricciante ed esaltante allo stesso tempo.
"E’ meraviglioso!" gridò qualcuno, appoggiato alle finestre della nave.
L’esaltazione lasciò subito il posto alla disperazione. La nave aveva esaurito le sue energie per un viaggio così lungo e non era in grado né di continuare né di erigere ancora scudi protettivi degni di questo nome.
"Aaargh!" gridarono tutti, investiti da una tempesta di raggi cosmici.
"Compagni, scusatemi se... vi ho condannati a questo..." si sforzò di dire Galan.
"Fratello... maledetto" lo accusò Oort "Che tu sia per sempre maledetto".
La nave si tuffò nel fiero calderone del cosmo dove Galan improvvisamente udì una voce proveniente dal centro del suo essere. "Ascoltami, ultimo figlio di Taa: io sono la coscienza dell'Universo e come te sto per morire. Tra pochi istanti tutta la materia del cosmo confluirà nel mio grembo e crollerà sotto il mio immenso peso. Ma anche se dobbiamo morire, non dobbiamo farlo senza un erede. Vieni, abbandonati al mio ardente abbraccio, diverremo una cosa sola. In un tempo oltre il tempo nascerà un nuovo universo ed in esso ci sarà un'entità diversa da tutte le altre, un organismo vivente che avrà il potere infinito ed il furioso appetito di una galassia. Ma sarà più di una galassia, sarà un divoratore di galassie. Sarà... Galactus!".
Dopo un'eternità di vuoto apparente l'uovo cosmico dell'universo esplose. "Vai ora e che l'universo stia in guardia".

Poi, da quell'informe materia creatrice, uscì qualcos'altro. Qualcosa di imprevisto, potremmo definirlo un miracolo. Era Oort, o meglio la sua coscienza oppure la sua anima, se preferite. Alla fine aveva mantenuto la sua promessa: era riuscito a sopravvivere. Eppure il globo luminoso che era diventato non sarebbe durato a lungo, ben presto si sarebbe disperso nel nulla di uno spazio a cui non apparteneva.
Tuttavia l'oblio non lo accolse: la sua coscienza rimase in qualche modo vigile, sveglia. Certe volte aveva come delle visioni riguardo tre forme indistinte. Infine riaprì gli occhi. Cosa che lo stupì, visto che riteneva di non possedere più un corpo. Scoprì poi di essere cambiato: era diventato una sorta di sfera oscura. Ma era ancora lui: Oort, fratello di Galan. Indagò su di lui e non gli fu difficile capire che si era tramutato nel divoratore di mondi Galactus.
Quanto tempo era passato dalla fine di Taa? Tanto, troppo tempo. Taa, il suo mondo: perché Galactus, con tutti i poteri in suo possesso, non ridava forma e vita al loro perduto pianeta?
Oort decise allora che l'avrebbe fatto lui: sentiva dentro di sé forze incredibili, però sapeva che da sole non erano sufficienti. Aveva bisogno di altri oggetti di potere, ma non aveva idea di quali potessero essere i più adatti. Nel suo peregrinare per lo spazio notò infine un pianeta che attirò la sua attenzione, in quanto avvertì come una sorta di barriera attorno ad esso. Si avvicinò e scoprì di poterla oltrepassare: l'invisibile ostacolo era stato eretto dal Tribunale Vivente e nessuno che fosse sotto la sua giurisdizione poteva attraversarlo. Ma Oort non sottostava al volere del Tribunale, veniva da un mondo scomparso su cui la massima autorità giudicante del Multiverso non aveva mai allungato la sua mano.
Oort scoprì un pianeta meraviglioso, abitato da creature straordinarie. Era ancora perso nella contemplazione quando qualcuno lo richiamò.
"Tu! Cosa stai facendo?".
"Osservo" rispose Oort "Forse è proibito?".
"Tu non fai parte di questo mondo, non ti ho creato".
"Vuoi dire che hai dato vita tu a tutto questo? Quale mirabile creazione. Dimmi chi sei".
Oort aveva appena conosciuto il Modellatore di Mondi, esiliato su questo pianeta di sua ideazione proprio dal Tribunale Vivente. Essendo il primo, vero contatto che aveva, l'entità si aprì a lui. Si confidarono le rispettive storie ed il Modellatore svelò a Oort i misteri dell'Universo: gli Antichi, Eternità, Infinito, Oblio... le Gemme dell'Infinito. Con consumata abilità Oort riuscì a carpire tutte le informazioni a lui necessarie.
"Dunque questa Gemma della Realtà può davvero modificare il mondo circostante?".
"Sì" rispose il Modellatore di Mondi "A mio avviso è la più potente. Non sottovaluterei però nemmeno la Gemma della Mente".
"Ti ringrazio per questi bei momenti passati assieme, ma ora devo andare. Altri impegni mi attendono".
"Tornerai?".
"Certo, il più presto possibile. Mi hai aiutato molto e per questo verrai ripagato".
Il Modellatore di Mondi non rivide mai più Oort, il quale cominciò a piazzare lentamente e meticolosamente tutte le pedine della sua scacchiera. Fino a giungere davanti a Eternità ed Infinito per riportare in vita Taa. Per un nuovo big bang.

INFINITY
Parte 8: LA SOSTENIBILE PESANTEZZA DEL NON ESSERE
di FABIO VOLINO

I Vendicatori creati da Stan Lee e Jack Kirby
Il Nuovo Ordine creato da Fabio Volino
Sindrome di Jim Starlin creata da Jim Starlin
Carlo Monni Supervisione
rossointoccabile, Fabio Furlanetto e Valerio Pastore Consulenza, ispirazione e "basta sottotitoli"
Stan Lee/Jack Kirby/Roy Thomas Divoratori

 

Palazzo dei Vendicatori.

Christine Stark emette un urlo pieno di angoscia, di disperazione. Come se qualcosa le stesse perforando l'anima. Subito le è accanto Iron Man, Tony Stark, suo fratello in un altro mondo, ma questo non allevia la sua sofferenza.
"Succede... qualcosa" esclama lei "Mio padre...".
"Tuo padre?" ribatte Tony.
"Sì, Eternità. Qualcuno lo ha imprigionato, lo sta annicchilendo!".
Il lampo accecante che compare subito dopo costringe Iron Man ad indietreggiare di alcuni metri. Poi vede la figura di Christine venire avvolta da quella luce e scomparire. Infine c'è solo il silenzio.
Ed è allora che il materialista ed ateo Tony Stark ha l'idea giusta: contattare il Dr. Strange.

REvolution.

"Rapporto danni stimato in settemila dollari" riferisce l'intelligenza artificiale Antigone.
"Questa è la volta buona che la compagnia d'assicurazione disdice il contratto" afferma Bambi Arbogast.
"Mi scusi, miss Arbogast" si fa avanti uno stagista "Ha forse un appuntamento con questa persona?".
Bambi Arbogast nota una bella donna afroamericana sui trent'anni che tiene per mano una bambina piccola. Non aspettava nessuno. Le si avvicina comunque. "Mi dica pure".
"Voglio parlare con Michael Collins" esige la donna "Sono... sua moglie".
"Mi rincresce, ma qui da noi non lavora nessun Michael Collins".
"Non è così: ha sicuramente lavorato qui fino a pochi mesi fa".
"Ascolti, signora, conosco a memoria i nomi di tutti i nostri dipendenti ed i loro recapiti telefonici e posso assicurarle che...".
In quel momento squilla il cellulare e Bambi Arbogast risponde. Dopo alcuni monosillabi, il suo sguardo si concentra su Tracy. Dunque chiude la comunicazione e va da lei. "Il suo nome è Tracy Collins? Ha forse un figlio di nome Nick?".
"Sì, sono io. Lo hanno trovato??". Gioia e preoccupazione si mischiano nella sua voce.
"Sì, si trova al Palazzo dei Vendicatori".
"Sia ringraziato il cielo, avevo cercato dappertutto".
"Vuole che le chiami un taxi..." inizia Mrs. Arbogast, ma ormai Tracy Collins si è già allontanata.

Quinjet dei Vendicatori.

La lunga storia di Thanos viene commentata unicamente dal silenzio dei presenti. Che viene infine rotto da Wasp:"Dunque Galactus avrebbe un fratello? Non l'avrei mai detto".
"Perchè pensiamo a lui come all'entità che è oggi" dice Quasar "Dimenticando l'uomo che era un tempo".
"Ma sarà vero?" insinua il dubbio Calabrone "Possiamo fidarci della parola di Thanos? Chi può confermare la sua storia?".
"Posso farlo io" afferma Silver Surfer uscendo dall'infermeria.
"Come ti senti?" gli chiede subito Warlock.
"E' come se fossi stato prosciugato di gran parte delle mie energie, a malapena mi reggo in piedi. Però la storia di Thanos è vera: quando ero inerme accanto a quell'essere ho avvertito energie che prima avevo trovato solo in Galactus. Ma a parte questo, mi ricordo ancora oggi con chiarezza un giorno di tanto tempo fa, di quando per un istante smisi di essere il suo araldo e mi tramutai nel suo confidente. Galactus calò la sua maschera e ridivenne Galan: mi parlò del suo mondo, delle sue bellezze, e mi disse che più di tutto rimpiangeva i suoi cari. Tutti tranne uno. E mormorò una parola che faticai a capire, poi tornò ad essere il potente Galactus e non tornò mai più sull'argomento. Ora però so quale parola pronunciò: Oort".
"Ma come faceva Thanos a sapere tutte queste cose?" chiede Darkoth.
"E' una conoscenza che ha acquisito" spiega Warlock "Quando qualche tempo fa per un breve periodo assorbì le energie di Galactus. E nel fare questo ereditò anche le sue memorie".
"Perspicace come al solito" conferma il Titano.
"Ma tutti quei pianeti che ha distrutto, quelle persone che ha ucciso" fa notare Molecola "Non ti hanno colpito in alcun modo?".
"La compassione è per i deboli. Io sono Thanos".
"Adam" esce in quel momento dall'infermeria Modred "Sta... accadendo qualcosa. Eternità, Infinito, qualcuno ha imbrigliato le loro energie, le sta destabilizzando".
"Oort sta attuando l'ultima fase del suo piano" afferma Thanos "Sta per riportare in vita Taa e cancellare questa realtà".
"Bisogna indebolirlo il più possibile" afferma Warlock "Radunerò le rimanenti Gemme, lo attaccheremo a livello psichico...".
"E verrete distrutti" lo interrompe il Titano "Con la conquista di quelle due Gemme, Oort ha limitato di molto l'unico suo punto debole. Bisogna come prima cosa colpirlo a livello fisico".
"Indebolire un colosso di quel genere?" esclama Pip.
"Siete voi che avete scelto di essere eroi" sorride Thanos "Ma se fossi in voi... radunerei tutti".
"Cosa vuol dire tutti?".
"Vuole dire tutti" precisa Wasp.
"Anche Janet Van Dyne è molto perspicace" commenta Thanos.
"Quaze, aspetta" interviene Makkari "Se attacchiamo direttamente Oort, interveniamo direttamente nella crisi. Ed il Tribunale Vivente lo ha proibito".
"Ti correggo, amico mio" ribatte il Protettore dell'Universo "Ha proibito di intervenire direttamente alle entità cosmiche. Ed io non lo sono, sono un umano che ha preso il posto di un'entità cosmica. Ma pur sempre un umano, il divieto non tocca me o voi. Dunque andiamo a prendere a calci nel sedere questo Oort".
"Hai in mente di sostituire anche il Tribunale Vivente un giorno?" chiede con candore Nuvola.
"Ci sto pensando" risponde Quasar.

Contraxia.

Kaina sente dentro di sé come un tremendo senso di angoscia. Lo sa, ne è certa: è capitato qualcosa a Jack. La conferma le arriva subito: un portale spaziale si apre a pochi metri da lei e ne esce il Fante di Cuori, un'aura tutt'intorno a lui.
"Kaina" chiama l'eroe "Kaina, ho bisogno del tuo aiuto".

Orbita Solare.

Un buco nero è un evento cosmico, che si forma quando una stella esplode ed inizia ad assorbire tutta la materia circostante. Quello comparso vicino al Sole ha però origine mistica, il prodotto della fusione tra Eternità ed Infinito: lo spazio ha attratto a sé il tempo e viceversa. Un prodotto immediatamente rilevato dal Dr. Strange, già allertato da Iron Man.
L'ex chirurgo era però consapevole che le sue forze da sole non sarebbero state sufficienti e così ha chiamato a raccolta alcuni suoi fedeli alleati. Ecco dunque Rintrah, attuale Mago Supremo della Terra, Sciamano, Talisman, Margali Szardos e sua figlia Amanda. Ognuno di loro è presente col suo io astrale e danno il massimo: tuttavia i loro sforzi paiono destinati a fallire.
Improvvisamente accanto a loro compare l'Inesistente, che li osserva con quella che gli umani definirebbero curiosità, se si potesse applicargli un termine simile. "E' incredibile il coraggio da voi dimostrato". Solo Strange ha la forza di rivolgergli un'occhiata. "La situazione è grave, quasi senza speranza, eppure voi combattete ancora. Non avete esitato di fronte a Galactus, ai Celestiali, a Kronos...".
"Quali sono le tue intenzioni, entità oscura?" esorta Strange.
"Io vi ammiro, vorrei fare qualcosa per voi. Dove conduce questo buco nero?".
"Probabilmente verso il nulla".
"E forse è questo il mio destino. Il destino di un Inesistente".
Senza aggiungere altro, l'entità si lancia all'interno del buco nero. Per qualche istante sembra non debba accadere nulla, poi però la fessura nello spazio inizia a comprimersi.

Dimensione delle Manifestazioni.

"Oort è tuo fratello?" esclama il Gran Maestro "Questo spiega molte cose".
"Ti esorto a farti da parte, En Dwi Gast" consiglia Galactus "La battaglia imminente scuoterà i cieli".
"Galan, desisti dai tuoi intenti" dice Oort "Quest'universo corrotto non merita i tuoi sforzi, Taa invece sì".
"Io sono parte integrante di questo Universo, Oort, sono il tramite di una delle entità che hai appena imprigionato. Non hai idea delle forze che stai affrontando".
"Eccole le forze" ribatte l'essere oscuro indicando Eternità ed Infinito "E le ho ingabbiate. Una sola entità divisa in due, che io ho riunito, per poterne manipolare le energie. Mio è ora il dominio sul tempo e sullo spazio. Il Tribunale Vivente non alzerà un dito contro di me ed ora ho anche due Gemme dell'Infinito. E poi perché vuoi metterti contro di me? Cosa ne guadagni?".
"Eliminarti era una cosa che avrei dovuto fare nella mia precedente vita. Ora riparerò a questo mio errore".
Senza aggiungere altro, lo scontro inizia e richiama sul posto altre entità come Anomalia, Kubik, Kosmos e lo Straniero. Non è uno scontro fisico, per due esseri come Oort e Galactus usare le mani è qualcosa di indegno. Piuttosto è uno scontro di volontà, di forza interiore, che tuttavia nemmeno migliaia di parole sarebbero in grado di descrivere. Impossibile stabilire la sua durata: secondi, minuti, ore... Certo invece è l'esito finale.
En Dwi Gast ha visto molte cose in vita sua, ma mai un evento del genere. Galactus sconfitto! Cade all'indietro in quello che per lui è uno stato di incoscienza, per poi fluttuare via come un pezzo di carta al vento. Al fianco di Oort, le Gemme brillano di sinistra intensità.
Richiamati da quanto accaduto, altre entità compaiono. Morte dà solo una fugace occhiata prima di svanire, mentre Oblio si avvicina a Oort.
"Mi complimento per quanto stai facendo, essere oscuro" dice.
"Non mi interessano i tuoi commenti. E non bearti della tua condizione, potrebbe essere di breve durata".
Infine, attorniato da Lord Caos e Mastro Ordine, fa il suo ingresso il Tribunale Vivente. "PALESA LE TUE INTENZIONI, OORT".
"Le conosci benissimo e sai che non puoi fermarmi".
"QUELLE DUE GEMME RICADONO SOTTO LA MIA GIURISDIZIONE, HO IL POTERE DI SOTTRARTELE".
"Forse potresti riuscire a strapparmele con la forza, ma quanto rimarrebbe di questo universo? Ciò che è mio ti viene sottratto, Tribunale, e presto perderai anche questo piano dimensionale".
La massima autorità giudicante rimane in silenzio.
"Cessa subito questa follia!".
Questa voce è ignota a Oort. Una voce femminile, che appartiene ad una ragazza dalla corporatura esile. Come può rivelarsi una sua nemica? Eppure l'aura di potere attorno a lei...
"Cessa questa follia e lascia libero mio padre" intima Christine Stark "Altrimenti ti distruggerò!".

Montecarlo, Fondazione Scientifica.

Gamora, Mimo e Acquario sono stati richiamati da Warlock ed ora si apprestano ad oltrepassare la Porta. Ma c'è il loro ospite indesiderato.
"Dove state andando, eh?" li richiama Everett Ross "Dove state andando?".
"Sulla Luna" risponde Mimo in un impeto di solidarietà di cui avrà modo di pentirsi.
"La Luna, come in Spazio 1999 e UFO. Ho ricevuto l'incarico di seguirvi dappertutto, vengo con voi".
"Non se ne parla nemmeno!" tuona Gamora.
"Però lì c'è Warlock" fa notare Acquario "Io sono un uomo di pace, ma se riuscisse a farlo stare zitto...".
"Venga subito con noi!".
"Voi sì che avete le idee chiare" commenta Ross.

Palazzo dei Vendicatori.

"Sersi, io ora devo andare" dice Priscilla Lyons "Sei sicura di non voler venire?".
L'eterna annuisce. "Mi sono spinta anche troppo oltre per quest'oggi. Comunque ti ringrazio, mi hai ridato un motivo per cui combattere. E... ne avevo proprio bisogno".
"Posso sperare di vederti uscire da questa stanza più spesso adesso?".
"Diciamo che ci sono buone probabilità" sorride debolmente Sersi.

Soho.

Bloodaxe torna all'appartamento dove vive come Bobby Steele. Batte a terra la sua ascia e riassume la sua guisa umana. Poi si accascia: sente un gran peso sulle sue spalle, un'immensa fatica, ma non sa a cosa è dovuta. Non ha memoria delle ultime ore. Ultimamente è stato spesso soggetto a questi vuoti, però qualcosa dentro di lui lo invita a rimanere tranquillo, ad essere certo che tutto andrà bene.
Non sa se fidarsi di questa sensazione.

Dimensione delle Manifestazioni.

"Ragazzina, non credo tu possa minacciare qualcuno" dice Oort.
Christine Stark non risponde, attacca. Un'aura dorata compare intorno a lei, sembra quasi assumere la forma di un uccello mitologico. Poi colpisce: una raffica psichica di impressionante portata. Ancora debilitato per via dello scontro con Galactus, da Oort fuoriesce quello che potrebbe apparire come un grido di dolore.
Improvvisamente si apre un portale dimensionale e da esso esce il Dr. Destino di Terra 621, il mentore della ragazza. La scena che si para davanti ai suoi occhi lo lascia stupefatto. "Christine, ma cosa...".
"Aggiungi il tuo potere al mio, Victor!" esorta lei "Fallo subito".
Il Dr. Destino sa di non potersi concedere il lusso di pensare. E non ha fatto tutta questa fatica, non ha superato le barriere dimensionali solo per vedere la sua allieva scomparire ancora. Così lancia numerose raffiche magiche all'indirizzo di Oort: nulla se tuttavia paragonato al dispiego di potere di Christine.
Tuttavia Oort non è da meno e pochi secondi dopo si riprende dalla sua impasse: con un grido di dolore Christine è costretta a ritirarsi.
"Sciocca ragazzina" la irride Oort "Cosa pensavi...".
Poi si blocca, avverte qualcosa alle sue spalle. Un qualcosa di imponente. I Vendicatori, i Fantastici Quattro, lo SHIELD, la STARS, il V Battalion, i Protettori dell'Universo, la Guardia dell'Infinito, gli X-Men, i New Warriors, i Campioni, i Thunderbolts, Big Hero Eight, la Guardia d'Inverno, la Starforce Kree. Altri dietro di lui: gli Eterni, i Devianti, gli Inumani, Elektra, Moon Knight, gli asgardiani, gli olimpici, i Patrioti, Fratello Voodoo, Golia Nero, Strange, Clea, Rintrah, Devil, Cage & Iron Fist...
Tutti gli eroi della Terra si sono rivoltati contro Oort.
"E così si ribellano al loro signore e padrone?" esclama l'essere oscuro "Allora questo universo merita davvero di finire!".

Zona Blu.

"Ecco, alla fine è sempre così: mi lasciano solo" pensa Everett Ross "Però, che bel palazzone qui davanti, mi piacerebbe venirci in villeggiatura. Mi hanno detto di non muovermi, ma che male c'è se do un'occhiata?".
Così si incammina verso quella che è la dimora dell'Osservatore: molte delle persone che è solito frequentare si stupirebbero nel vedere la porta spalancata (una delle tante porte in realtà). Ross invece si limita a dire:"Ehi, c'è nessuno in casa?".
Gli risponde il silenzio. Tenendo fede a quella caratteristica che l'ha messo sempre nei guai, la curiosità, Everett percorre numerosi corridoi fino a quando in lontananza ode una risata.
"Ehi, ma c'è una festa da queste parti!". Ripensandoci, è l'incoscienza ad aver sempre messo Ross nei guai.
Seguendo il suono della voce, Everett arriva in un'ampia sala e, quando vede l'Osservatore riverso a terra ed un tizio imponente troneggiare su di lui, inizia a dubitare che qui si stia festeggiando.
"Eri troppo debole per potermi sconfiggere, Uatu" dice l'uomo imponente, noto negli ambienti cosmici come Jakar "Ora ho in mano il Nullificatore Assoluto e con questo distruggerò l'Universo!".
"Forse era meglio se non mi alzavo dal letto stamattina" pensa Everett Ross.

CONTINUA...

I VENDICATORI presentano:
POLLICE VERDE, GOLIA NERO
Parte 2: I SUCCESSORI

Pechino.

Nel caso non l'abbiate ancora intuito, la vita di un supereroe può rivelarsi abbastanza frenetica. Per quanti sforzi si facciano, per quanto lontano si possa scappare, i guai giungono. Ora la razza aliena dal nome impronunciabile di H'Ylthri ha dato via alla sua conquista della Terra dalla capitale della Cina, grazie ai poteri ed all'aiuto forzoso di Sam Smithers, l'Uomo Pianta. E contro di loro si ergono due paladini, Iron Fist ed il Golia Nero. A Danny Rand piace fare coppia con qualcuno, soprattutto se ha un carattere ed un aspetto diverso dal suo, perchè questo lo aiuta a tirare fuori il meglio di sé; Bill Foster invece solitamente ama lavorare da solo, ma non disdegna mai una mano quando c'è n'è bisogno. Ed ora... oh sì, c'è n'è bisogno.
I filamenti di pianta che hanno invaso le strade di Pechino cominciano ad ingrossarsi ed a catturare quelle persone che non hanno fatto in tempo a fuggire, ma che ora trovano la forza per urlare. Danny, sfruttando la sua forza, riesce a liberarli mentre il Golia Nero, con la sua imponenza, li porta fuori pericolo. Allora le piante, come se possedessero una propria coscienza, decidono di concentrare i loro sforzi sui due eroi. Danny e Bill lottano strenuamente, ma alla fine non riescono ad impedire di essere avvolti dalle piante, che cominciano a premere sui loro corpi. E se non si spezzano prima le ossa, troveranno la loro fine per via della mancanza di respiro. Improvvisamente però odono qualcosa, rumori concitati, di affanno anche, ed in breve tempo si ritrovano liberi. Iron Fist atterra con grazia ed osserva con curiosità i suoi salvatori, a lui ignoti. La stessa cosa non può dirsi del Golia Nero.
"No, ancora voi" esclama Bill "Misato Katsuragi e Ken Shiro della Capsule Corporation!".

Progetto Pegaso.

Blue Shield si avvicina con un ampio sorriso alla cella dove è detenuto Charles Contact. "E tu che dicevi che nessuno voleva esserti amico" esordisce. L'uomo alza lo sguardo e nei suoi occhi, anche se solo per un istante, si legge un accenno di curiosità. "C'è una nostra ospite che ha sentito parlare di te e la tua storia l'ha commossa così tanto che ha deciso di mettersi in una cella accanto alla tua".
"L'avete pagata" prova a protestare Contact.
"No, non è così" dice Talia Kruma entrando nella sala. Subito è colta da un attacco di vertigini e Blue Shield corre a sorreggerla. "Portami nella mia stanza, se mi siedo mi riprendo subito". L'agente di sicurezza fa quanto richiestogli, poi Talia gli chiede di andarsene:"Voglio fare quattro chiacchiere in privato con Charles Contact". Blue Shield annuisce e si allontana.
La donna si siede e cala in uno strano silenzio che Contact, stimolato dalla curiosità, decide di rompere:"Come mai quella strana tuta?" chiede riferendosi al completo totalmente bianco indossato da Talia che non lascia scoperta nemmeno una parte del suo corpo.
Lei gli sorride e cambia argomento:"Strano, credevo che la prima domanda che mi avresti fatto sarebbe stata perchè voglio parlarti".
"Sono un uomo che ha molte domande da fare. Comunque proprio non ho idea del perchè tu abbia deciso di stare accanto a me, porto solo guai: se tocco un essere vivente, questo muore all'istante".
Il sorriso scompare dalla faccia di Talia:"Sì, lo so. Il motivo per cui sono qui è proprio questo". In quel momento la donna ha un violento attacco e sputa sangue.
"Cristo!" esclama Contact "Ma cos'hai?".
"Sto male, un male del diavolo. Non riesco più a sopportarlo e tu devi aiutarmi: tu devi uccidermi".

Pechino.

Spiazzare Iron Fist è un'impresa difficile: il Golia Nero c'è appena riuscito. "Chi sarebbero questi due?".
"Diciamo che sono... imprenditori particolari" risponde in modo vago Bill Foster.
"Come me, insomma" pensa Danny Rand, che poi dice:"Non capisco però cosa ci facciano qui e come mai, in apparenza, siano così informati su quanto sta accadendo".
"Ah, lei è un eroe americano, vero?" chiede Misato Katsuragi che però non lascia il tempo di rispondere "Prima di tutto, signor Golia, le presento il nostro ultimo acquisto, che provvederà a sfoltire il fogliame che si sta ancora propagando. Le presento Naruto Uzumaki".
Si fa avanti un ragazzo biondo con una sorta di tuta arancione, che si inchina, poi pone l'indice della mano sinistra sulla sua fronte ed esclama:"Tecnica Suprema della Moltiplicazione!". Ed in pochi istanti ci sono decine di sue copie, che senza attendere ordini si lanciano all'attacco della minaccia vegetale, la cui massa inizia a ridursi sensibilmente. Ken Shiro va a dargli man forte.
"Non è poi così originale" commenta Iron Fist in un orecchio del Golia Nero.
"C'è qui qualcuno che vuole parlarle" dice Misato porgendo un cellulare a Bill.
"Questa faccenda sta assumendo toni grotteschi" pensa l'eroe. "Pronto?".
"Sono felice di risentirla, signor Foster. Si ricorderà di me, Kenji Endo, presidente della Capsule Corporation. E sfortunatamente è sorta una nuova situazione per cui c'è bisogno del suo... apporto. Lei mi capisce?".
"Alla perfezione. Sin dal nostro primo incontro avevo capito che voi avevate qualcosa di particolare: come mai non mi rivela tutto?".
"Diciamo che non è ancora giunto il momento, ma arriverà, stia sicuro. Ora però bisogna occuparsi di questa minaccia: i nostri associati potranno solo trattenerla e dobbiamo impedire che si espanda".
"Lei sa chi c'è dietro tutto questo?" chiede Bill.
Incuriosito, Iron Fist avvicina l'orecchio alla comunicazione.
"Una razza aliena di nome H'Ylthri" risponde Kenji Endo.
"Cosa?". Senza badare alle formalità, Danny Rand strappa il cellulare dalle mani del Golia Nero. "Chi è lei e come fa a conoscere gli H'Ylthri?".
"Io sono a conoscenza di molte cose, come so anche dei suoi passati scontri con quella razza vegetale, Iron Fist. Quella che vede in cielo è la loro cittadella e Pechino è la città da cui intendono far partire la loro conquista della Terra. L'unico modo per sconfiggerli è affrontarli dall'interno: Ken Shiro e Naruto Uzumaki provvederanno a creare per voi un sentiero di rampicanti fino alla cittadella. Da lì... tocca a voi".
"E cosa dovremmo fare esattamente?".
"Potrebbe provare a tramutare il suo pugno in una cosa di ferro, per dirne una" risponde Kenji Endo.

Manhattan.

"Non mi piace, Superia" dice Snapdragon "Questo quartiere è il più affollato in quanto a supereroi, rischiamo di attirare troppa attenzione".
"Se volevo una piagnucolosa mi tenevo Rachel Leighton, Snapdragon" ribatte Deirdre Wentworth "Voi cosa pensate invece?".
Una cosa è certa: questa donna è molto influente nei confronti delle sue simili. Ed infatti Man-Killer, Giunonia, Golddigger e Ringer non possono far altro che annuire.
"I dati che avevo in mio possesso erano pochi" continua la genetista "Ma sapete che questo non è mai stato un problema per me. E dunque secondo i miei calcoli il nostro obiettivo dovrebbe sorvolare questa zona entro pochi minuti".
A conferma delle sue parole (o più banalmente per semplice fortuna) subito dopo Metallo solca i cieli. "Posso avere l'onore del primo colpo, capo?" chiede Man-Killer.
Superia annuisce. Allora Katrina Van Horn, una donna sempre sprezzante del pericolo, si getta dal tetto su cui si trova e va ad atterrare perfettamente sull'armatura di Metallo. Dale West è impreparato e per i primi secondi precipita al suolo, poi riesce a stabilizzare il volo, ma i colpi che Man-Killer gli sferra non gli consentono di decidere la direzione. Così poco dopo sfonda una vetrata, che introduce ad un ampio ufficio: gli impiegati presenti, capendo cosa sta accadendo, fuggono immediatamente non prima di aver lanciato qualche urlo di terrore.
"Ma cosa vuole questa pazza?" pensa Metallo. Con incredibile rapidità evita un ennesimo colpo di Man-Killer e la colpisce con una raffica energetica.
La donna viene sbalzata contro una parete, ma si rialza immediatamente, pulendosi il sangue dal mento. "Molto resistente quella tua armatura" commenta "Altrimenti l'avrei già distrutta".
Subito dopo Superia e le altre sue alleate si affiancano a Katrina Van Horn. "Suppongo sia troppo chiedere perchè ce l'abbiate con me, vero?" chiede Dale.
Improvvisamente una porzione di parete crolla sul pavimento e nel buco che si va a creare compare una imponente comitiva. In prima linea le BAD Girls, Mamba Nero, Aspide e Diamante. Dietro di loro le loro compagne della Società dei Serpenti: Anaconda, Biscia, Black Racer e Fer-De-Lance. C'è un particolare che anche uno sprovveduto come Dale West non può fare a meno di notare.
"In altri tempi tutta questa attenzione da parte delle donne mi avrebbe rallegrato" pensa "Però non penso vogliano chiedermi un appuntamento".
"Ehi, cosa c'entrate voi?" avanza Diamante "Questo tizio è nostro, abbiamo un regolare contratto".
"Te lo scordi, stronza" ribatte Giunonia "Tocca a noi".
"Ehm, e se facessimo a metà?" interviene Metallo.
Tredici sguardi irati si concentrano su di lui, non sarà una bella serata. "Le donne sono spiriti affini, collaborativi, non come gli uomini" aveva affermato Justine Hammer. Le donne forse sì, le superdonne decisamente no.

Pechino.

Con costanza e fatica allo stesso tempo, il Golia Nero e Iron Fist si inerpicano su una strada di rampicanti creata per loro da Ken Shiro e Naruto Uzumaki. Fino ad arrivare in cima, alla cittadella degli H'Ylthri. Un lungo pavimento di un materiale dorato porta verso il palazzo principale.
"Lo sai cosa non mi piace di questa faccenda?" chiede Bill Foster.
"Che non c'è nessuno ad attenderci" risponde Danny Rand "E questo puzza tanto di trappola". L'eroe afroamericano annuisce. "Non abbiamo comunque molta scelta, dobbiamo entrare dentro quel palazzo e trovare un modo per evitare la distruzione di Pechino". Bill annuisce ancora.
Avanzano con cautela, misurando ogni passo, ma nessun pericolo trovano sulla loro strada. Alla fine arrivano davanti all'imponente portone d'ingresso e, utilizzando le loro rispettive forze, lo aprono. Non devono attendere molto per ricevere una sorpresa. C'è un lungo corridoio davanti a loro, pieno di capsule di stasi. Molte sono vuote, ma alcune, le prime su cui si posano gli sguardi dei due eroi, sono inesorabilmente occupate.
"Questo lo conosco, è l'Uomo Pianta" dice il Golia Nero "C'è uno strano macchinario attaccato a lui: che sia lui il responsabile di quanto sta accadendo?".
Ma Iron Fist non ascolta le parole dell'eroe, i suoi occhi sono fissi su un'altra capsula di stasi. Su un altro suo occupante.
"Ehi, cosa ti prende?" gli chiede Bill Foster.
"Questa... questa donna" dice lui "So chi è, come posso mai dimenticarlo? E' Miranda... è mia sorella!".

CONTINUA...

PROSSIMAMENTE

Il fatale epilogo